L’uso improprio della dimostrazione: mai fidarsi quando “lo dice la scienza”

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Bere birra può aiutare a perdere peso. Ecco cosa dice la scienza

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Il mare fa bene al cervello e rende felici. Lo dice la scienza

Avete mai visto articoli di questo tipo? Ma che ve lo chiedo a fare, certo che li avete visti! Sono disseminati ovunque tra le testate dei periodici online.

I titoli di questo genere sono fatti per attrarre la nostra attenzione: tutti noi vogliamo bere birra senza relativa panza da birra, tutti noi vogliamo sentirci intelligenti e, soprattutto, tutti noi vogliamo essere felici e andare al mare.

Ma se la scienza parlasse davvero così la staremmo ad ascoltare? Vedendo questi articoli la scienza sembra essere la comare pettegola e un po’ stravagante del paese, quella che ne sa sempre una più del diavolo.

Gli articoli che seguono questi titoli sono in genere molto più cauti rispetto a quanto appaiano a prima vista. Ma c’è un fatto che li accomuna tutti: l’uso improprio del termine “dimostrazione”.

“Dimostrare” non vuol dire molto più che “mostrare”: la conclusione del ragionamento e/o degli esperimenti effettuati deve risultare evidente.
La dimostrazione può essere di due tipi:

  • la dimostrazione logico-formale, detta anche apodissi o argomentazione apodittica, parte da premesse considerate indiscutibili ed opera sulla base di procedimenti sillogistici di tipo deduttivo;
  • la dimostrazione scientifica parte da dati di fatto esperibili e validati da procedimenti sperimentali ripetibili. Dimostra una tesi sulla base di procedimenti sillogistici di tipo induttivo (exemplificationes).

Ma le dimostrazioni offerte da questo genere di articoli assomigliano molto di più a queste e suonano così:

  1. Dimostrazione per testardaggine: “Non mi importa quello che dite: è vero!”
  2. Dimostrazione per riferimento perso: “Sono certo di averlo letto da qualche parte”
  3. Dimostrazione per intimidazione: “Non essere stupido: naturalmente è vero!”

O, naturalmente, quella che preferisco:

Dimostrazione per lontananza: “L’Università Victoria della Guadalupa ha fatto un esperimento, quindi è vero!”

Morale della favola: diffidate sempre dall’uso del termine “dimostrazione”.

Se ciò che leggete vi sembra una sciocchezza, sicuramente non l’ha detto la scienza.

A.B.

Per verificare e approfondire
Qualsiasi periodico online non specificatamente dedito ad argomenti scientifici

Per puro divertimento
36 tipi di dimostrazione, e voi quale usate più spesso?

 

Pubblicato da

il Leibniz

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3 pensieri su “L’uso improprio della dimostrazione: mai fidarsi quando “lo dice la scienza””

  1. Questo articolo mi ha riportato alla mente Wanna Marchi. Lei non aveva bisogno di dimostrare nulla, sapeva intortare e convincere il popolo perché riusciva a raccontare fandonie talmente monumentali che era impossibile non crederle. Peccato per lei che si sia fatta fregare dalla propria ingordigia.

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  2. Vince sempre chi è più carismatico e accattivante a prescindere da cosa dice. La pseudoscienza ha degli ottimi divulgatori che con le loro assurde teorie che guarda caso hanno sempre le risposte che ognuno vuole sentirsi dire, vendono a caro prezzo teorie allucinanti corredate da test mai riproducibili. Vincono con chi non ha spirito critico e voglia di approfondire. Comunque i miei articoli preferiti sono quelli che citano studi in Università inesistenti…Laura

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